Appoggiai la fronte alla finestra, la pioggia bagnava con insistenza i rami degli alberi ormai spogli.
Le ultime foglie chinavano la testa obbligate al pianto della pioggia e stavano inermi senza mai cadere ne lamentarsi. Due uccellini si poggiarono sui rami più alti, insieme, nell'attesa di una primavera che non arriva. La neve che aveva imbiancato quello stesso albero per poche ore sparì dietro all' inverno lungo e stanco rovinato da un sole troppo caldo e da un desiderio di essere bagnati dalla pioggia.
Quest'anno così strano e solitario porterà lo strascico del tempo fino a che scomparirà anch'esso nel mare e la sua estate.
Poi la mia mente tornò stanca alla realtà.
Quel pensiero, quel timido pensiero che mi strappò un sorriso in un giorno così triste.
Sarei stata capace persino di volare.
Non riuscii a staccarmi dalla finestra per tutto il tempo che i miei occhi riuscivano a vedere.. e così sono uscita.
Sotto quella pioggia potevo gridare, potevo piangere e nascondere le mie lacrime nel tempo senza giustificare nulla.. Ho corso in mezzo all'erba bagnata a piedi nudi fino cadere, fino a percorrere quella strada. Non finirà mai la vita, ne il sentirsi vivi guardando appena fuori dalla finestra.
Un giorno ritroverò le mie ali e voleró in alto. Adesso mi resta il caldo di un camino che asciuga il freddo e scalda i ricordi.
Mi resta il sorriso e la felicità di vivere un giorno insieme a te che diventi eternità.
E mi posso ancora meravigliare del mondo osservando ogni istante.
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